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Dal 1999 lavoriamo per costruire una società più pacifica, più inclusiva e più solidale.

L’uovo fuori dal cesto

 

Il laboratorio per bambini con disabilità di Arcobirbaleno

Ogni anno il laboratorio “L’uovo fuori dal cesto”, che si svolge nel nostro centro Arcobirbaleno, si rivolge a famiglie che hanno figli minori con disabilità e che vivono in condizioni di vulnerabilità socio-economica, quali la migrazione e il disagio abitativo, che definiscono un doppio-svantaggio per questi nuclei.

Il progetto offre ai bambini e ai genitori la possibilità di passare del “tempo di qualità” insieme, affrontare alcune delle proprie difficoltà in un clima accogliente e privo di pregiudizi, riconoscendo le specificità e le risorse di ciascuno.

Obiettivo dei laboratori  proposti non è stata la “riabilitazione”, quanto offrire uno spazio di gioco educativo orientato verso una maggiore consapevolezza di sé all’interno di un gruppo di pari, con momenti dedicati all’ascolto e alla condivisione.

 

 

É stato creato un ambiente multiculturale con famiglie provenienti da paesi diversi: Nigeria, Marocco, Italia, Egitto e Cina.

Sono stati realizzati dei percorsi laboratoriali ludico-educativi della durata di 10 incontri costruiti intorno a diverse attività, come la lettura di testi ad alta voce e in CAA, il disegno e le costruzioni cooperative, i giochi motori ed altre attività manuali e creative.

Siamo riusciti così a raggiungere 9 bambini in fascia 3-7 anni e 5 bambini in fascia 0-3, con diverse problematiche: disturbo del comportamento, spettro dell’autismo ad alto e medio funzionamento, difficoltà comunicative e relazionali, ritardo cognitivo, ritardo nello sviluppo del linguaggio, mutismo selettivo.

I giochi in gruppo e di cooperazione hanno favorito la conoscenza reciproca, la comunicazione e la comprensione tra i partecipanti, sia all’interno delle coppie genitore-figlio sia tra i singoli soggetti.  I bambini hanno avuto la possibilità di cimentarsi liberamente nella relazione con i pari all’interno di uno spazio dedicato alla socializzazione che non ha avuto una valenza riabilitativa, sanitaria o didattica. Si è trattato di uno spazio libero, aperto e inclusivo, orientato all’espressione  di ognuno e la valorizzazione delle competenze e delle risorse individuali. 

 

 

Molto importante è stato il tempo dedicato al sostegno della genitorialità, sia attraverso colloqui individuali con le educatrici e le psicologhe, sia con la condivisione in gruppi appositamente organizzati per gli adulti accompagnatori. Grazie a questi spazi, i 15 genitori che hanno partecipato, sono stati accompagnati nel riconoscimento ed espressione delle emozioni connesse alla “disabilità” dei figli e ad individuare strategie e modalità per gestirle.

Si è lavorato inoltre sulla relazione genitore-figlio, offrendo strumenti per l’osservazione e il dialogo che hanno portato ad una maggiore comprensione, ed accettazione, delle difficoltà dei propri bambini, ed acquisizione di strumenti educativi per sostenere e rafforzarne le competenze.

Un focus speciale è stato dato anche ai processi di empowerment delle mamme, in particolare delle donne migranti, attraverso l’accompagnamento alla fruizione di servizi e forme di sostegno socio-economico per l’infanzia.

Si ringraziano i partner FONDAZIONE CRT, Circoscrizione 6 – Città di Torino, Associazione DisIncanto e Associazione Promozione Donna.

 

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