Il laboratorio per bambini con disabilità di Arcobirbaleno

Ogni anno il laboratorio “L’uovo fuori dal cesto”, che si svolge nel nostro centro Arcobirbaleno, si rivolge a famiglie che hanno figli minori con disabilità e che vivono in condizioni di vulnerabilità socio-economica, quali la migrazione e il disagio abitativo, che definiscono un doppio-svantaggio per questi nuclei.

Il progetto offre ai bambini e ai genitori la possibilità di passare del “tempo di qualità” insieme, affrontare alcune delle proprie difficoltà in un clima accogliente e privo di pregiudizi, riconoscendo le specificità e le risorse di ciascuno.

Obiettivo dei laboratori  proposti non è stata la “riabilitazione”, quanto offrire uno spazio di gioco educativo orientato verso una maggiore consapevolezza di sé all’interno di un gruppo di pari, con momenti dedicati all’ascolto e alla condivisione.

 

 

É stato creato un ambiente multiculturale con famiglie provenienti da paesi diversi: Nigeria, Marocco, Italia, Egitto e Cina.

Sono stati realizzati dei percorsi laboratoriali ludico-educativi della durata di 10 incontri costruiti intorno a diverse attività, come la lettura di testi ad alta voce e in CAA, il disegno e le costruzioni cooperative, i giochi motori ed altre attività manuali e creative.

Siamo riusciti così a raggiungere 9 bambini in fascia 3-7 anni e 5 bambini in fascia 0-3, con diverse problematiche: disturbo del comportamento, spettro dell’autismo ad alto e medio funzionamento, difficoltà comunicative e relazionali, ritardo cognitivo, ritardo nello sviluppo del linguaggio, mutismo selettivo.

I giochi in gruppo e di cooperazione hanno favorito la conoscenza reciproca, la comunicazione e la comprensione tra i partecipanti, sia all’interno delle coppie genitore-figlio sia tra i singoli soggetti.  I bambini hanno avuto la possibilità di cimentarsi liberamente nella relazione con i pari all’interno di uno spazio dedicato alla socializzazione che non ha avuto una valenza riabilitativa, sanitaria o didattica. Si è trattato di uno spazio libero, aperto e inclusivo, orientato all’espressione  di ognuno e la valorizzazione delle competenze e delle risorse individuali. 

 

 

Molto importante è stato il tempo dedicato al sostegno della genitorialità, sia attraverso colloqui individuali con le educatrici e le psicologhe, sia con la condivisione in gruppi appositamente organizzati per gli adulti accompagnatori. Grazie a questi spazi, i 15 genitori che hanno partecipato, sono stati accompagnati nel riconoscimento ed espressione delle emozioni connesse alla “disabilità” dei figli e ad individuare strategie e modalità per gestirle.

Si è lavorato inoltre sulla relazione genitore-figlio, offrendo strumenti per l’osservazione e il dialogo che hanno portato ad una maggiore comprensione, ed accettazione, delle difficoltà dei propri bambini, ed acquisizione di strumenti educativi per sostenere e rafforzarne le competenze.

Un focus speciale è stato dato anche ai processi di empowerment delle mamme, in particolare delle donne migranti, attraverso l’accompagnamento alla fruizione di servizi e forme di sostegno socio-economico per l’infanzia.

Si ringraziano i partner FONDAZIONE CRT, Circoscrizione 6 – Città di Torino, Associazione DisIncanto e Associazione Promozione Donna.

 

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